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L'Arcivescovo Betori in visita al Villaggio benedice l'opera "Transito" del maestro Niccolai

La scultura è visibile all'interno dell'RSA S. Francesco
Da sempre il "Poverello di Assisi" ha ispirato con la sua testimonianza di vita: poeti, pittori, scultori e tanti altri, non solo artisti.
Una vita, quella di Francesco d'Assisi contraddistinta dall'amore verso Gesù, Maria e "Madonna povertà" alla quale non volle mai rinunciare neppure nel momento della morte tant'è che anche per questo, volle essere deposto nudo sulla nuda terra. 
 
Così lo descrive S. Bonaventura:  "nell'anno ventesimo della sua conversione, chiese che lo portassero a Santa Maria della Porziuncola, per rendere a Dio lo spirito della vita, là dove aveva ricevuto lo spirito della grazia. Quando vi fu condotto, si prostrò, tutto nudo sulla nuda terra. Così disteso sulla terra, dopo aver deposto la veste di sacco, sollevò la faccia al cielo, mentre con la mano sinistra copriva la ferita del fianco destro, che non si vedesse. E disse ai frati: «Io ho fatto la mia parte; voi fate la vostra, Cristo ve la insegni".
 
Un momento molto importante della storia francescana e di tutta la Chiesa. A questo si è ispirato l'artista mugellano Niccolò Niccolai realizzando un'opera scultorea che da qualche giorno è possibile ammirare presso il Villaggio San Francesco a Scarperia e che venerdi 14 settembre ha ricevuto la benedizione dellì'Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori in visita alla struttura.
 
"Transito" questo il nome della scultura e così viene descritta dall'artista.
Nel momento della sua morte(Transito) Francesco esprime tutto il suo amore per l'amatissimo Gesù Cristo; chiede ai fratelli, adunati intorno a lui, di metterlo sulla nuda terra; lui stesso nudo, come nel momento del suo nascere, in attesa della nuova nascita. Lui è proteso nella sua umile, , semplice castità, con la testa verso l'Amato che intravede (o...lo vede); ultimo atto di umana pudicizia: compre le stimmate, almeno quella del costato, quali segno di una elezione del Cristo, di cui non si sente degno, ma comunque protettore; protegge da sguardi inconsapevoli il suo tesoro.
 
Occorre anche sottolineare come Niccolò Niccolai maturi l'intenzione di realizzare quest'opera, dopo aver partecipato come lettore alla celebrazione del "Transito" di San Francesco che si celebra ogni anno la notte del 3 ottobre presso la Chiesa del Villaggio San Francesco. In questa serata  gli venne assegnato il compito di leggere, durante questo momento liturgico, proprio il brano che parla di quest della morte del Poverello di Assisi. 
L'artista mugellano compie i suoi studi alle Accademie di Firenze. I suoi maestri sono Primo Conti per la pittura; e per la sua formazione religiosa: Don Divo Barsotti; ed il Cardinale Silvano Piovanelli. 
 
A causa del suo insegnamento al liceo artistico a Firenze, negli anni settanta inizia a fare scultura da autodidatta, divenendo quest'ultimo linguaggio, il suo più praticato. E' Accademico delle Arti del Disegno di Firenze. Vive e lavora in Mugello nei suoi studi di Vespignano n. 163 e Uliveta n. 34 ambedue nel Comune di Vicchio. ccolò Niccolai è anche sia nel teatro di prosa che in quello lirico, ultimamente ha intrapreso una collaborazione con il museo Galilei ed ha partecipato al restauro del Museo dell'Opera del Duomo ed ha ricoperto la funzione di Ispettore onorario per la Sovrintendenza al patrimonio architettonico e storico artistico di Firenze.